Il video postato dal presidente Trump intitolato “Trump Gaza” ha scatenato un’ondata di sdegno ed indignazione trasversali per la sua grettezza ed è stato definito osceno e aberrante, nel suo andare a corredo del piano proposto di deportare i due milioni di gazawi e trasformare la striscia in una riviera turistica.
La proposta shock e le reazioni provocate sono ben inserite nel copione che stiamo testimoniando dall’inizio del suo secondo mandato, nelle parti recitate da entrambi gli schieramenti.
Accelerazionismo
Eppure, a ben pensarci, questa presidenza del duo Trump/Musk ha un merito: l’accelerazionismo. Ora che il sistema mostra finalmente il suo vero volto, diventerà sempre più evidente, anche per chi non voleva vedere, il mostro che si nascondeva dietro la maschera. E sarà proprio merito di Trump.
Ben lungi dall’essere una visione politica antisistema e antioligarchi, il trumpismo non si connota tanto per gli obiettivi diametralmente opposti all’establishment democratico, bensì per i toni, i modi e i tempi che gettano alle ortiche quel velo di ipocrisia di cui il sistema si è sempre ammantato. Senza cambiare di una virgola la direzione, beninteso.
Come in molti attivisti hanno potuto notare, per oscena che sia la visione trumpiana sul futuro di Gaza, non si discosta di molto da ciò che è toccato a Jaffa decenni fa, trasformatasi poi in Tel Aviv. Solo, la trasformazione è avvenuta in decenni e nel colpevole silenzio globale.
Dov’erano tutti?
Per quanto irricevibile ed inconcepibile possa essere la candida promessa di pulizia etnica col trasferimento forzoso di due milioni di persone, a quale altro obiettivo potevano essere mirati gli ultimi due anni di distruzione nella striscia a firma dell’IDF ma supportati e sostenuti da tutto il democratico occidente? Dov’erano durante gli ultimi ventiquattro mesi, le forze politiche che ora si indignano perché la realtà viene rivendicata da quel cattivone di Trump, quando decine di migliaia di attivisti in tutto l’occidente denunciavano come questo fosse l’unico scenario possibile?
Il peccato originale di Trump e Musk, più della loro crudeltà, sembra essere l’aver ucciso la proverbiale rana di Noam Chomsky, che lentamente bolliva senza rendersene conto. Hanno deciso che i tempi sono maturi per poter agire, liberi dal noioso alibi dietro al quale si sono nascoste generazioni di cittadini moderati.
Agire, il loro, in piena continuità del solco tracciato da decenni di dettami ideologici a conservazione del sistema.
Solo senza alcuna vergogna.
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