Come l'austerità minaccia la salute pubblica

di Germinal Pinalie –
La crescente epidemia di coronavirus che ha travolto l’Europa nelle ultime due settimane ha messo in luce le divisioni esistenti all’interno dell’Unione Europea (UE). Quando la risposta ad una crisi di questo tipo dovrebbe essere l’organizzazione, il coordinamento e la solidarietà, i Paesi europei reagiscono come se l’Unione Europea non esistesse.
 
Pochi giorni dopo il mancato accordo sul bilancio dell’UE, che è inferiore alla spesa pubblica totale dell’Austria (168 contro 180 miliardi), i governi nazionali hanno iniziato a considerare la possibilità di chiudere le frontiere alle persone provenienti dall’Italia, il piu’ recente focolaio di un’epidemia di coronavirus. Se ci fosse un’agenzia europea per gli interventi di emergenza con proprio budget e personale, questa crisi potrebbe essere gestita in modo adeguato.
 
Considerando che la maggior parte dei Paesi ha ridotto il proprio sistema sanitario pubblico per decenni, potrebbe non essere in grado di affrontare ciò che sta arrivando. Gli osservatori dei diritti umani hanno già avvertito che le misure di austerità hanno lentamente “eroso i diritti sociali ed economici degli europei” negli ultimi due decenni, e nel bel mezzo di questa crisi si possono osservare i loro effetti sulla democrazia europea.
 
I tagli al Sistema Sanitario Nazionale del Regno Unito e altre misure hanno già indebolito il sistema sanitario pubblico in difficoltà, con i medici che hanno avvertito che “anni di austerità e di tagli al servizio sanitario potrebbero far crollare il sistema in caso di una vera e propria epidemia”. In Francia, i medici ospedalieri hanno minacciato di dimettersi dalle loro posizioni amministrative per l’assenza di adeguati finanziamenti statali e la mancanza di personale, mesi prima ancora che il virus comparisse. I tagli al servizio pubblico hanno avuto conseguenze disastrose anche in altre aree – come nel caso degli incendi australiani, che hanno dovuto fare affidamento sui volontari e sui vigili del fuoco stranieri, dopo che i finanziamenti per i Vigili del fuoco locali sono stati tagliati dal Primo Ministro.
 
I Paesi europei hanno ridotto il numero dei posti letto e del personale sanitario degli ospedali, perché i governi di destra, per decenni, hanno anteposto gli interessi degli azionisti a quelli della popolazione. La popolazione si ritrova ora con strutture statali disorganizzate e indebolite che, secondo i medici, non possono più tener testa al corso degli eventi. Come risultato delle misure di austerità, si sta ora verificando una grave crisi in tutta Europa, a causa della mancanza di letti, di personale e attrezzature, che ha costretto medici e infermieri a prendere decisioni impossibili su chi salvare e chi no.
Lo Stato italiano indebolito potrebbe non essere in grado nei prossimi giorni di fornire abbastanza maschere o letti d’ospedale, o abbastanza medici e infermieri. Non abbiamo bisogno di più poliziotti e cani alle frontiere europee, abbiamo bisogno di solidarietà e che i nostri rappresentanti diano priorità al bene comune e lo proteggano. I tagli al servizio pubblico alimentati dalle misure di austerità ci rendono indifesi di fronte a crisi sanitarie come quella di COVID-19. Per affrontare questa crisi, abbiamo bisogno di un bilancio UE più grande, finanziato dalle tasse sui ricchi e sulle aziende che sfruttano e abusano delle molte opportunità che l’UE ha creato per loro.
 
Questa minaccia alla salute pubblica richiede una messa in discussione da parte degli europei delle attuali richieste politiche, incentrate su maggiore austerità o nazionalismo, e a sostegno invece delle alternative, come un Green New Deal per l’Europa che offra le basi necessarie per trasformare l’Europa. DiEM25 lotta contro l’austerità fin dalla sua costituzione. La pandemia di coronavirus offre un’opportunità unica per poter diagnosticare lo stato di salute delle nostre democrazie europee.
 
Ascoltate l’intervento di Yanis Varoufakis sull’impatto politico ed economico del coronavirus in questo video.
 
Traduzione italiana a cura di Larisa Anastasia Bulgar

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