Draghi non è un Keynesiano né un salvatore della patria

Tecnocrati nella stanza – Contro il governo Draghi

“Allo sciogliere della neve si manifesta lo sterco”

È un classico proverbio salentino.

Se la saggezza popolare può essere spesso messa in discussione, nel caso del nuovo governo guidato da Mario Draghi, il proverbio calza a pennello.

Fin dalla sua entrata nella scena politica italiana, l’ex Presidente della BCE è stato accolto dai media mainstream con un plebiscito. Grazie a giornali e TV ora conosciamo perfettamente il suo percorso educativo, quali giornali acquista e come cucina il suo brasato.

Numerosi articoli sono stati scritti sul Draghi discepolo di Federico Caffè, eminente economista Keynesiano dell’Università La Sapienza di Roma che è stato relatore della sua tesi di laurea. Sono state diffuse prospettive di politiche economiche espansive e di credibilità internazionale in un processo di negazionismo mediatico: non dimentichiamo come Draghi ha bloccato l’Emergency Liquidity Assistance verso le banche Greche e, subito dopo, commissionato la chiusura di tutti gli sportelli nel 2015 (segui la campagna di DiEM25: Release #TheGreekFiles)

Per quanto riguarda la sua credibilità internazionale, è utile ricordare che per ragioni completamente differenti rispetto alla Grecia, Draghi rappresenta un personaggio controverso in Germania dove è da molti considerato “il becchino” del risparmiatore Tedesco per via delle sue politiche di QE nella BCE.

Draghi non è un Keynesiano né un salvatore della patria. Ora che la neve del suo successo mediatico comincia a sciogliersi, lo sterco si palesa, adornato con termini come “competenza” e “serietà”.

Francesco Giavazzi, economista dell’Università Bocconi e teorico dell’austerità espansiva (una folle argomentazione a favore delle politiche di bilancio restrittive), è stato nominato da Draghi consulente economico del Presidente del Consiglio. Paul Krugman, premio Nobel per l’economia nel 2008, accusò nel 2013 Giavazzi e i suoi colleghi di aver indotto l’economia europea alla distruzione con le loro tesi. In merito alla serietà l’ex rettore della Bocconi non manca all’appello quando si parla di politiche economiche distruttive, ma rappresenta davvero la competenza di cui abbiamo bisogno in un periodo di potenziale stagnazione economica?

Qualcuno obietterà che quantomeno è un uomo di cultura. Nel fulcro della crisi politica, il collettivo nazionale DiEM25 ha evidenziato l’urgenza del sistema educativo nazionale, con delle proposte che trovate nel comunicato del 29 Gennaio. In un contesto di estrema precarietà dell’universo Scuola, tra DAD, scuole chiuse, presenze alternate e discrezionalità regionali, il Presidente Draghi ha deciso di nominare come Sottosegretario al Ministero dell’Istruzione Rossano Sasso (Lega), un uomo che nel 2018 durante un flash mob in spiaggia, si è riferito ad un detenuto marocchino con l’espressione “bastardo irregolare”. Non finisce qui, Lucia Borgonzoni (Lega), è ora Sottosegretaria al ministero per i Beni e le Attività Culturali. Nel 2018 durante il governo di coalizione tra M5S e Lega, la stessa dichiarò che da anni non leggeva un libro. L’ironia ha voluto che l’ultimo libro letto dalla sottosegretaria fosse “Il Castello” di Franz Kafka, in cui è presente una frase rappresentativa dell’attuale governo:

“L’inganno è più frequente del cambiamento.”

Il governo di Draghi è platonicamente definito come “il governo dei migliori”. Ricordiamo che l’attuale maggioranza in parlamento gode del supporto di Forza Italia e che il 22 gennaio l’udienza del processo Ruby ter in cui è coinvolto Silvio Berlusconi, è stata rinviata per via delle condizioni di salute avverse del leader di Forza Italia. Due settimane dopo Berlusconi era a Roma per garantire il suo sostegno di ferro al governo Draghi. Si menziona che Francesco Paolo Sisto, uno dei difensori di Berlusconi nel processo, è ora Sottosegretario al Ministero della Giustizia.

Più che un governo dei migliori, sembra un’aristocrazia privilegiata con alcun interesse nell’affrontare le maggiori sfide della nostra società: riduzione delle disuguaglianze, accesso all’istruzione per tutti e la piena occupazione.

Ora lo sterco è ben visibile. Siamo pronti a spazzarlo via?

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Photo Source: Wikimedia Commons

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