L’Europa deve prendere le distanze dal governo israeliano

In reaction to the one-sided violence on Black Monday, on which Palestinians in Gaza protested against the relocation of the American embassy and the Israeli military killed 52 protesters, wounding over 2000, while at the same time not a single Israeli was injured by the protesters. 
Il 14 maggio dovrebbe segnare l’inizio del processo che finalmente porterà la comunità internazionale a prendere una posizione netta contro la spietatezza di Israele in quella decennale tragedia che è il conflitto israelo-palestinese. Mentre viene scritto questo articolo, lo stato israeliano ha ucciso 52 palestinesi, tra cui minori, e ha ferito migliaia di persone al confine con Gaza. In centinaia sono stati colpiti non con proiettili di gomma o con idranti, ma con munizioni vere, fatte per uccidere.
Le vittime di questa brutale violenza stavano protestando contro il trasferimento dell’ambasciata americana a Gerusalemme, città che gli USA hanno riconosciuto come capitale dello Stato di Israele, nonostante la protesta internazionale che questa decisione ha scatenato. Aggiungendo la beffa al danno, l’Ambasciatore USA ha salutato questo trasferimento come il risultato della “capacità di visione, il coraggio e la chiarezza morale di una persona verso la quale abbiamo un enorme, eterno debito di gratitudine: il presidente Donald Trump.”
Presi fra la violenza criminale del regime israeliano e la criminale irresponsabilità del governo americano, tutti i paesi hanno l’evidente compito non solo di condannare senza riserve il trattamento riservato da Israele ai palestinesi, ma anche di prendere attivamente le distanze politicamente e finanziariamente da un regime israeliano che non ricerca in alcun modo una soluzione pacifica ed equa del conflitto con la Palestina. Questa ricerca di una soluzione dovrebbe essere dimostrata, come minimo, dalle seguenti condizioni:

  • la fine immediata della creazione di nuovi insediamenti nei territori palestinesi occupati, che è stata ripetutamente condannata dalla comunità internazionale.
  • la fine di ogni tipo di violenza contro le manifestazioni pacifiche, precondizione ovvia per qualunque società sana e nazione democratica.
  • la fine di ogni blocco della striscia di Gaza, che sta provocando indicibili sofferenze nella terza zona più popolata al mondo
  • la demolizione della barriera tra Israele e la Cisgiordania, che di fatto realizza la segregazione razziale e viola il diritto internazionale

È giunto il momento di riconoscere che la violenza che Israele usa nei confronti dei Palestinesi è sistemica ed è radicata in un regime di apartheid che non ha alcuna intenzione di trattare i palestinesi in modo rispettoso, figurarsi equo. Allo stesso modo, i nostri paesi devono condannare la politica estera americana palesemente guidata da cinici obiettivi politici nella regione, per i quali la legittimità della causa palestinese e i diritti umani dei palestinesi vengono ben volentieri sacrificati.
Se l’Europa vuole sul serio rappresentare una forza che lavora per la pace e la giustizia nel mondo, deve guidare questo processo.
Result: a United Nations resolution was passed with the support of 12 EU member states, 16 EU member states abstaining and 0 against. Other reactions: Amnesty International, B’Tselem.

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