La RIVOLUZIONE delle donne curde è la RIVOLUZIONE DI TUTTE e TUTTI!
Sono passati pochi giorni dall’inizio dei combattimenti nella regione del Rojava, nella Siria del Nord al confine con la Turchia, ma possiamo già segnalarne i “risultati”: ad oggi le milizie turche sono a pochi km da Kobane, almeno 340 guerrieri curdi sono sati uccisi, non si contano i feriti, gli sfollati sono compresi tra i 180000 e i 200000 mentre i curdi siriani avvertono di circa 800 jihadisti stranieri sfuggiti dal campo di Ayn Issa (35 km a sud dal confine turco) dove ad “attenderli” si trovano circa 12000 persone tra cui mogli e figli di combattenti dell’ISIS.
“JIN, Jiyan, Azadi!” (“Donne, Vita, Libertà!”) gridano le donne curde, mentre dai cortei spontanei di Bologna del 10 ottobre donne italiane e curde unite nella lotta di Rete Jin (la rete di donne in solidarietà con le donne curde, qui il link https://retejin.org/) scandiscono che “La rivoluzione delle donne curde è la rivoluzione di tutte” e si apprestano a organizzare presidi e cortei di piazza contro l’attacco turco del Rojava.
“Fermate la guerra!” Urla anche l’ipocrita presidente Trump minacciando di sanzionare con un ordine esecutivo il governo turco aumentando i dazi sull’acciaio sino al 50% e fermando un accordo commerciale con Ankara da 100 miliardi di dollari, dopo però aver preparato abilmente il loro attacco “Sorgente di Pace” liberando il terreno dalle truppe americane.
“Non mi fermo” sbraita il presidente turco Erdogan, membro della NATO ora in crisi di credibilità politica interna visti i risultati delle elezioni a Istanbul e la crisi economica che attanaglia il suo paese, che ricatta l’Europa minacciando di “liberare” sul suo territorio 3 milioni e mezzo di profughi bloccati ai confini con la Siria.
“Giù le mani dai curdi!” Dicono partiti e movimenti di tutta Europa, inclusi i collettivi spontanei italiani del nostro movimento transnazionale DiEM25 che dai territori chiedono a gran voce di sottoscrivere, come è stato fatto, la lettera alla UE di ANPI, CGIL, ARCI e Legambiente per l’immediata cessazione del fuoco.
La rete JIN di Bologna ci racconta che dal 2012 in Rojava è in atto una vera e proprio rivoluzione per la libertà, giustizia e liberazione delle donne dall’oppressione patriarcale, in cui il popolo curdo, assieme agli altri popoli presenti in Siria settentrionale e orientale, si sono auto-organizzati per proporre un presente e un futuro liberi dagli stati – nazioni patriarcali che finanziano l’ISIS e seminano guerre, distruzione dei territori e schiavitù delle donne.
In Rojava la rivoluzione ha un volto femminile e le donne come protagoniste attive del cambiamento, proprio secondo i dettami della JINEOLOJI, ovvero la “Scienza delle donne e della vita libera” avviata a partire dal 2012 dal Movimento delle Donne Curde sulla scia del pensiero del leader curdo Abdullah Ocalan.
Qui hanno formato le Unità di Difesa delle Donne (YPJ) e imparato a difendersi, insegnando in tutto il mondo che “L’autodifesa è l’unica alternativa per la libertà”. Non solo. Le donne curde hanno anche imparato a difendere la loro terra, grazie ad un’economia improntata alla sostenibilità e all’ecologia che impedisce il saccheggio e lo sfruttamento delle risorse.
Per questo noi di DiEM25 siamo a fianco delle donne curde, nostre sorelle in una lotta che è lotta di civiltà, nella consapevolezza che “la loro libertà è la nostra libertà”.
Per questo insieme con la Rete Jin ribadiamo la nostra condanna a un’Europa che è complice.
Complice nel perseguire politiche razziste che hanno disumanizzato le persone costrette ad emigrare trasformando il Mediterraneo in una fossa comune.
Complice di finanziare cospicuamente dal 2016 lo stato turco perché blocchi i flussi migratori.
Complice di non aver raggiunto alcun accordo unitario sulla proposta di embargo alla Turchia.
Così come consideriamo in parte complice lo stato italiano, che mantiene rapporti economici e commerciali con la Turchia pur avendo ieri deciso di bloccare la vendita di armi (890 milioni di Euro in commesse nei soli ultimi 3 anni!) unendosi a Germania, Francia, Norvegia, Paesi Bassi, Danimarca e Finlandia, mentre perfino un’istituzione notoriamente a-politica come la Uefa in questo momento sta dibattendo sull’opportunità di spostare la finale della Champions da Istanbul a Londra o Monaco.
Piena solidarietà dunque alla Confederazione Rivoluzionaria in Siria del nord per un “Rojava che resiste”: DiEM25 Italia sostiene e sosterrà ogni azione internazionale volta a proteggere la popolazione curda e il territorio del Rojava, e si unisce alla comandante Nesrin Abdullah che ha dichiarato: “Resisteremo, e se necessario inizieremo la guerriglia” (Corriere della Sera,10 ottobre 2019),
Queste le richieste raccolte insieme ai nostri collettivi territoriali (DSC) di DiEM25 (Movimento transnazionale europeo per la democratizzazione dell’Europa):
- Adesione piena alla richiesta di solidarietà delle donne curde e del popolo del Rojava contro l’attacco turco
- Richiesta di un intervento dell’Unione Europea per un immediato “Cessate il fuoco” sostenuto da misure di embargo e blocco all’esportazione di armi in Turchia
- Richiesta di un intervento dello stato italiano alla NATO per ottenere una “No Fly Zone” sui territori siriano ai confini della Turchia ora sotto attacco.
Non solo.
Queste le iniziative a cui aderiamo rivolgendoci direttamente ai DSC italiani e a tutti gli iscritti e iscritte DiEM25 in preparazione della manifestazione nazionale che si svolgerà l’1 novembre a Roma:
- Come DiEM25 Italia abbiamo deciso di aderire alla raccolta fondi per finanziare gli ospedali sul fronte curdo organizzata dalla Onlus Mezzaluna Rossa, e chiediamo a tutti gli iscritti DiEM25 a dare, se possibile, il loro contributo a questo link https://buonacausa.org/cause/emergenza
- venerdì 18 ottobre saremo al fianco di ARCI, ANPI, Legambiente e CGIL a Roma per promuovere nuove piattaforme di azione in Italia e in Europa
- Segnaliamo inoltre l’attuale calendario di manifestazioni nelle piazze italiane che ci arrivano da Rete Kurdistan https://www.retekurdistan.it/2019/10/09/primo-elenco-di-mobilitazioni-in-difesa-del-rojava-in-aggiornamento/:
MERCOLEDì 16
NOVARA – h 18 Piazza delle Erbe – Contro l’invasione turca, in piazza per il Rojava!
TRENTO – h 17 Piazza Mario Pasi – Trento Bozen per il Rojava-Mobilitiamoci contro l’attacco turco
BRESCIA – h 19.30 CSA Magazzino 47 Via Industriale 10 – Assemblea pubblica contro la guerra e in supporto al Rojava
FIRENZE – h 18 UniFi Novoli, Via delle Pandette – Sostegno al Rojava – #malpoledìNOVARA – h 18 Piazza delle Erbe – Contro l’invasione turca, in piazza per il Rojava!
ROMA – h 16 Piazza di Montecitorio – Difendi Il Rojava! Presidio A Montecitorio Verso Il 1 Novembre
TORINO – h 21 Palazzo Nuovo Via Sant’Ottavio 20 – Assemblea Cittadina: fermiamo l’invasione turca del Rojava
TRENTO – h 17 Piazza Mario Pasi – Trento Bozen per il Rojava-Mobilitiamoci contro l’attacco turco
GIOVEDI’ 17
MILANO – h 21 ARCI Bellezza Via Bellezza 16/a – Assemblea con la comunità curda – Mobilitiamoci per il Rojava!
VICENZA – h 21 Piazza Castello – Vicenza per Rojava! Fiaccolata, fermiamo il massacro del popolo
SABATO 19
FIRENZE – h 15 Piazza di Santa Maria Novella – Corteo Regionale – Fermiamo la guerra, giù le mani dal Rojava!
PIOMBINO – h 17 Piazza Licurgo Cappelletti – Presidio a Piombino – contro l’invasione turca in Siria
UDINE – h 17.30 Piazza San Giacomo – #Riseup4Rojava! Presidio a Udine
È tempo di agire: carpe Diem!
15 ottobre 2019
DiEM25 Italia con il contributo di Piera Stefanini (Ala Elettorale e DSC Bologna 1)
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