Sostegno cattolico per DiEM25 – Il Papa dovrebbe incontrare Yanis Varoufakis?

Traduzione in italiano, versione ridotta di http://www.katholisches.info/2016/03/31/varoufakis-diem25-und-papst-franziskus/. Foto di Edgar Jimenez, licenza CC-BY-SA.
(Roma)
Negli ultimi giorni una curiosa sorpresa è uscita dall’uovo dell’edizione pasquale de l’Avvenire, il quotidiano di proprietà della Conferenza Episcopale Italiana. E quella sorpresa si chiama Yanis Varoufakis, il controverso economista ed ex ministro delle finanze della Grecia di quando il paese era sull’orlo dell’abisso.
Il mercoledì delle ceneri Varoufakis ha fatto un pitstop a Roma per presentare il suo nuovo movimento politico DiEM25. DiEm25 significa Democracy in Europe Movement 2025 (Movimento per la Democrazia in Europa 2025). Il suo motto è: L’UE sarà democratizzata oppure si disintegrerà!”.
L’obiettivo di DiEM25 è democratizzare l’Europa entro il 2015.
Comunque a sostenere DiEM25 non ci sono solo persone di estrema sinistra radicale, ma anche il cattolico Avvenire, il giornale della CEI. Il giovedì santo il quotidiano ha pubblicato un’entusiastica intervista a tutta pagina con Varoufakis, citandolo nel titolo:
L’Europa non ha anima. Siamo di fronte alla prova morale definitiva.
L’ex ministro delle finanze greco e astro nascente della sinistra radicale spiega con parole sue come sia nata l’inusuale alleanza con il giornale cattolico:
Avevo visto l’analisi, pubblicata da Avvenire, di Fazio l’ex governatore della Banca d’Italia. Eccellente! Di quando in quando c’è qualcuno che mi da ragione…
Antonio Fazio, l’ex governatore della Banca d’Italia, critica la politica economica della UE.
Varoufakis si riferisce ad un articolo in due parti pubblicato dall’Avvenire due giorni prima del suo arrivo a Roma. Fazio, che è un economista e un cattolico praticante noto per la sua eccezionale conoscenza degli scritti di san Tommaso d’Aquino, aveva avuto numerose conversazioni con il giornalista Eugenio Fatigante che erano servite da base per il suo articolo. Fatigante ha intervistato anche Varoufakis.
Nella prima parte Fazio riassume la storia della politica economica internazionale ed europea durante il ventesimo secolo in un modo facilmente comprensibile ai profani. Si concentra particolarmente sull’iperinflazione in Germania durante la repubblica di Weimar negli anni ’20.
Nella seconda parte critica la politica economica attuale dell’UE che sembra avere una fissazione “quasi folle” solo sulla stabilità delle valute piuttosto che sugli investimenti e la crescita economica. Sono ben note le riserve di Fazio sull’entrata dell’Italia nell’Unione Monetaria Europea (1996) e la partecipazione del suo paese all’euro, introdotto nel 2002.
L’argomento principe di Fazio è il seguente:
Il surplus economico nella bilancia dei pagamenti di certi paesi europei (Germania come esempio principale) dovrebbe essere impiegato per la spesa in conto capitale nello stesso paese o in altri dell’UE e non usato per investimenti finanziari”.
Per enfatizzare questo, Fazio ha fatto riferimento diretto a Varoufakis.
Secondo lui, l’ex ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis che è stato duramente criticato, aveva capito le cose meglio di tanti altri. La base del suo ragionamento è: “Invece di usare 300 miliardi per il quantitative easing (anche se Mario Draghi sta facendo la cosa giusta dentro i limiti della legge) si sarebbero dovuti usare per investimenti nell’economia e non per per comprare titoli di stato così coprendo una spesa che altri avevano già fatto. Perciò se 300 miliardi ogni anno fossero investiti in progetti scelti dalla Banca Europea degli Investimenti – e le corrispondenti obbligazioni fossero acquistate dalle banche centrali nazionali – allora la situazione economica migliorerebbe immediatamente.
“L’argomento è piuttosto controverso” come fa notare Magister ed ha molto a che fare con un inusuale accordo tra Varoufakis, il suo movimento DiEM25, e il giornale cattolico Avvenire sulle questioni di “spirito” e “moralità”.
Inoltre, secondo Magister: “È degno di nota quanto il giornale della CEI sia vicino alla visione politica di Papa Francesco, che è affascinato da quel che egli vede come “movimenti di popolo”, per esempio No Global, No Expo, No Tav, No Triv, Occupy Wall Street, Indignados, Cocaleros. In breve i movimenti di base anti capitalisti che sono spuntati fuori dappertutto. Nei discorsi che costituiscono il suo manifesto politico – il primo a Roma nell’ottobre del 2014 e poi quello in Bolivia del luglio 2015 – lui ha salutato questi movimenti come l’avanguardia di una nuova umanità”.
Nella sua esortazione apostolica Evangelii Gaudium e nel suo discorso all’incontro mondiale dei Movimenti Popolari, Papa Francesco stabiliva una critica tripartita alla “nostra economia” sostenendo:
che la nostra economia uccide;
che la nostra economia esclude;
che la nostra economia distrugge la Madre Terra.

Alexis Tsipras aveva già incontrato Papa Francesco a settembre 2014 in un incontro organizzato dall’ex segretario del partito comunista austriaco.
Il vescovo Marcelo Sanchez Sorondo, uomo di fiducia del papa, aveva applaudito la proposta di Gianni Vattimo, filosofo ateo e radicale di sinistra, il quale chiedeva una nuova Internazionale papale sotto la guida di Papa Francesco che doveva prendere il posto dell’ex Internazionale comunista.
“Perciò non si può escludere che Varoufakis diventerà un ospite privilegiato in Vaticano, seguendo le orme di Jeffrey Sachs che era stato invitato per ispirare l’enciclica “Laudato Sì’” e Naomi Klein che era stata invitata a commentarla” dice Magister.
L’Avvenire è di proprietà della Conferenza Episcopale Italiana il cui segretario, il vescovo Nunzio Galantino, è editore del giornale e anche uomo molto vicino a Papa Francesco, che gli ha affidato questo incarico. Attraverso Galantino il giornale ha un legame diretto con Papa Francesco.
In accordo con la “tematica Varoufakis”, l’Avvenire si è recentemente schierato dalla parte dei NoTriv. Il 17 aprile l’Italia terrà un referendum nel quale gli elettori decideranno a favore o contro un’estensione delle concessioni per l’estrazione di gas nell’Adriatico. Perfino se la CEI ha chiesto ai fedeli di discutere la questione con conoscenza e moderazione senza dare una raccomandazione esplicita, dal 18 marzo il giornale ha chiaramente cominciato a prendere posizione.
Secondo l’Avvenire la decisione è chiara, il che spiega perchè non sia necessaria alcuna ulteriore discussione. Un voto per il No all’estensione di altre concessioni è indiscutibilmente la conclusione essenziale da tirare dalla presentazione ufficiale delle pubblicazioni ufficiali del papa, Laudato Sì’ e Evangelii Gaudium.

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