La Toscana scrive la storia sul fine vita

La Toscana è la prima regione ad aver approvato la legge regionale per il suicidio medicalmente assistito. Le regole approvate l’11 febbraio in Toscana consentono la piena attuazione della sentenza della Corte Costituzionale “Cappato – Antoniani”, che ha legalizzato in Italia il cosiddetto “aiuto al suicidio”, a determinate condizioni. Il voto del Consiglio regionale è avvenuto in seguito alla firma di quasi 10mila cittadine e cittadini della Toscana che hanno attivato lo strumento della legge di iniziativa popolare.

Oggi, anche in assenza di una legge nazionale, chi vive in condizioni di sofferenza fisica o psicologica insopportabile ha “in teoria” già diritto a ottenere aiuto medico alla morte volontaria, il cosiddetto “suicidio assistito”. Nella pratica, non esistono procedure definite, dato che questo diritto è stato acquisito solo grazie alle sentenze della Corte, in un totale disinteresse dei partiti. Per questo sono necessarie delle leggi regionali per l’attuazione; già diverse regioni si stanno muovendo per seguire la stessa strada.

L’acquisizione del diritto di scegliere sul proprio corpo in situazioni di malattia grave sta facendo enormi passi grazie alle iniziative dei cittadini, che si muovono indipendentemente dai partiti di appartenenza; diversi sondaggi hanno mostrato come la maggioranza degli elettori di tutti i partiti, compresi quelli della destra, sono a favore del diritto all’eutanasia. L’inerzia dei partiti, che si rifiutano di esprimersi, anche a fronte di vari solleciti della Corte Costituzionale a legiferare, è un silenzio assordante per chi vive situazioni di sofferenza grave. In questo contesto, le iniziative popolari stanno regalando una speranza a queste persone, recuperando preziosi strumenti di democrazia diretta.

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