Roma è la sede del Governo giallo-verde. Qui ci sono le sedi istituzionali in cui le scelte dell’esecutivo si compiono e proprio qui, negli ultimi giorni, si sono susseguiti segnali di ribellione e di speranza. Si tratta di marginali atti di disobbedienza, che però testimoniano una volontà di costruire dal basso spazi di solidarietà e di riaffermazione dei diritti; ci sono state manifestazioni organizzate da semplici cittadini o militanti di base – non dai partiti, o almeno senza la paternità dei partiti – non menzionate o quasi, dai mezzi di comunicazione. Viaggiano tramite messaggi su Facebook o su Whatsapp e tutto si consuma fuori dai social, nelle strade.
Il 25 gennaio c’erano almeno 250 persone in Piazza dell’Esquilino alla manifestazione intitolata “Frontiere visibili, persone invisibili”; ci si è trovati per protestare contro il decreto Salvini (convertito nella legge 132/2018) e contro l’istigazione quotidiana alla xenofobia. DiEM25 c’era, visibile, assieme a compagni di Rifondazione, di DemA e assieme a studenti e lavoratori senza bandiere.
Il 31 gennaio, di fronte alla Sala consiliare del primo municipio di Roma, nei pressi di Circo Massimo, Diem25 Lazio ha partecipato al blitz di protesta di Non Una Di Meno in occasione del convegno “Famiglia e natalità” organizzato dalla Lega. Al convegno era presente il senatore Pillon, fautore di una legge sul divorzio che cancella l’assegno di mantenimento, mette in mano la gestione dei divorzi ad una figura privata terza (che bisogna pagare di tasca propria), e tratta i bambini e le bambine come pacchi postali, negando loro ogni diritto a rimanere nella casa dove sono cresciuti, a mantenere il proprio tenore di vita, a mettersi a riparo da abusi psicofisici in caso di violenza. Una legge che ha l’obiettivo malcelato di impedire la maggioranza dei divorzi, soprattutto in caso di difficoltà economica, riportandoci indietro di cinquant’anni. Alla manifestazione erano presenti, oltre che Non Una Di Meno, anche le attiviste gli attivisti della Casa Internazionale Delle Donne, di DiRE, di Differenza Donna e di altre associazioni femministe. Durante il blitz all’interno della sala consiliare, una delle attiviste è stata aggredita da un sostenitore di Pillon, e sono volati insulti sessisti e denigratori, a dimostrazione esplicita della violenza insita nell’ideologia che sostiene il ddl.
L’1 febbraio, per il secondo dei FridayforFuture a Roma, alcune diemer hanno partecipato con tanto di striscione su “Climate Change – the thin blue line”, lo stesso utilizzato per il flash mob dell’8 dicembre scorso davanti al Colosseo. Anche questa è una battaglia che DiEM25 combatterà, non solo con la forza del suo programma – l’unico che propone di investire 500 mld l’anno nella transizione ecologica del continente – ma anche con progetti dal basso sul territorio, assieme ad altre forze (i Verdi, Possibile, gli “Autoconvocati di Leu”) con sensibilità simili e con la volontà di diffondere e sostenere uno sciopero a oltranza contro l’inerzia della politica, iniziato in sordina lo scorso dicembre da una caparbia adolescente svedese di nome Greta Thunberg che si sta diffondendo in tutta Europa.
Infine il 2 febbraio, sfidando il maltempo, DiEM25 ha partecipato al sit-in che si è svolto al Campidoglio e davanti ai Municipi di circa altre 300 città, per un’iniziativa nata spontaneamente in internet per protestare contro il razzismo e per ribadire che in Italia la solidarietà non si cancella per decreto.
Ecco alcuni scatti che testimoniano che DiEM25 c’è, anche sulle piazze, con o senza bandiere.
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