In appena mezz’ora il Consiglio dei ministri ha trasformato il contestato disegno di legge Sicurezza in un decreto legge, bruciando i tempi del Parlamento e forzando ancora una volta le regole costituzionali. Un provvedimento bloccato da mesi in aula, modificato parzialmente su richiesta del Quirinale, è stato così approvato con la formula dell’urgenza, sebbene l’urgenza reale non esistesse.
Dietro la mossa, la volontà di accontentare le pressioni delle forze dell’ordine e della polizia penitenziaria, ma anche di offrire un assist politico a Matteo Salvini, in vista della sua riconferma alla guida della Lega.
Verso una deriva autoritaria
Il contenuto del decreto resta lo stesso: un attacco alle libertà civili e al diritto di protesta, che colpisce i più deboli (migranti, detenuti, senzatetto) ma anche attivisti e manifestanti.
Ricorrendo per l’ennesima volta alla scorciatoia del decreto legge, questo governo continua a restringere gli spazi democratici e ad aggirare il Parlamento: una vera e propria deriva autoritaria
Non possiamo restare in silenzio di fronte a questo ennesimo scippo istituzionale, da parte di un governo sempre più simile a un’autocrazia.
E noi non intendiamo farlo.
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