Buona Liberazione! Intervista a Srećko Horvat

In occasione del 25 Aprile pubblichiamo l’intervista che Francesco Sani, giornalista e membro DiEM25, ha realizzato con Srećko Horvat.

È anche un invito a leggere Poesia dal futuro – Manifesto per un movimento di liberazione planetario, finalmente uscito in Italia edito da Bompiani, in cui si trovano molti cardini del pensiero del co-fondatore di DiEM25. Nel giorno della Festa della Liberazione, l’esempio della guerra popolare contro il Nazismo e il Fascismo assume nuova attualità contro i populismi che infestano l’Europa. Come spiega Horvat, produrre un vero cambiamento democratico comporta il ripensamento delle identità nazionali e la narrazione del passato. Perché la sovversione al sistema capitalistico imperante è una poesia che viene dal futuro.

 

Nel tuo libro Poesia dal Futuro, fai spesso riferimento ai partigiani jugoslavi che combatterono e sconfissero un nemico più forte e meglio armato, i nazisti. Oggi in Europa dobbiamo liberarci da nemici che sembrano altrettanto irresistibili: neoliberismo, autoritarismo, tecnocrazia. Senza un leader come “moderno” Tito, chi dovrebbe organizzare questa nuova Resistenza?

So che non era tua intenzione lasciare fuori i fascisti italiani, ma lasciami correggere l’inizio della domanda, non erano solo tedeschi, o più precisamente nazisti, erano anche italiani, o più precisamente fascisti. I partigiani jugoslavi hanno combattuto entrambi e allo stesso tempo hanno combattuto contro il regime croato degli ustascia e contro i cetnici serbi. Quindi, era in quel momento una lotta impari. Quello che mi interessa non è la nostalgia, ma scoprire e recuperare le potenzialità incompiute di questa sequenza storica.

Non direi che siamo allo stesso stadio oggi in Europa – se qualche parallelo ha ancora senso – direi che siamo piuttosto in una sorta di nuovi Anni Venti, simili al periodo dopo la Prima Guerra Mondiale e l’influenza “Spagnola”. Entrambi hanno decimato il continente (o meglio, la penisola europea), poi è arrivata la disoccupazione di massa, l’iperinflazione, la frustrazione, la rabbia… Poi sono arrivati ​​Hitler e Mussolini. Ma prima di Mussolini, come saprai benissimo, c’erano Gabriele D’Annunzio e i Futuristi, idee folli che finirono nel proto-fascismo che preparò il terreno alla Seconda Guerra Mondiale, al totalitarismo e al genocidio. Per fortuna noi non ci siamo ancora arrivati, anche se stiamo pericolosamente galoppando in quella direzione.

Un fatto interessante sui partigiani jugoslavi è che a fianco di Tito c’erano molti altri leader, la maggior parte di loro nella guerriglia sulle montagne della Jugoslavia furono comunisti jugoslavi, artisti e scrittori che avevano partecipato alla guerra civile in Spagna. Era stata un’esperienza su come fare rete e organizzarsi – costruita un decennio prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale – che poi ha creato le condizioni per la rivoluzione partigiana. Forse è una lezione, non aspettate il leader, organizzatevi!

Adesso in Italia abbiamo Mario Draghi al governo, “uomo della provvidenza” dell’establishment per gestire il Recovery & Resilience Plan. Sicuramente seguirà più le richieste della Commissione Europea a Bruxelles che quelle del popolo italiano…

La famosa citazione da Il Gattopardo sembra funzionare sempre in Italia – come ovunque peraltro – “Tutto deve cambiare affinché tutto resti uguale”! Non è vero?

A luglio ricorderemo il ventennale dal vertice G8 di Genova del 2001, quando i movimenti di protesta furono brutalmente repressi. Ma dieci anni dopo, nel 2011, sia Occupy Wall Street che la “Primavera Araba” sono pure falliti. Adesso abbiamo bisogno di nuovi obiettivi politici, ma quali sono i rischi pure per il nostro movimento DiEM25?

Non direi che hanno fallito. Non esiste un fallimento, semplicemente non sono riusciti nei loro obiettivi proclamati, ma chi può essere critico nei confronti di Occupy Wall Street perché hanno proclamato di abbattere Wall Street e non ci sono riusciti? Allo stesso modo dei combattenti della Guerra Civile Spagnola, tornati in Jugoslavia per condurre la guerriglia contro nazisti e fascisti, oggi dobbiamo prendere coscienza che quello che sembra un “fallimento” non è necessariamente un fallimento ma forse un nuovo inizio. Certo, possiamo criticare Occupy Wall Street o la cosiddetta “Primavera Araba” per altri motivi, perché la conduzione orizzontale e senza gerarchia non ha avuto successo, quali erano altre tattiche possibili, come creare qualcosa di permanente ma allo stesso tempo flessibile? Queste sono tutte domande importanti che possono aiutarci a navigare nelle nostre lotte future. E lo stesso vale per DiEM25, dobbiamo affrontare e rispondere a queste domande nella nostra attività politica quotidiana se vogliamo evitare i rischi che molti di questi movimenti hanno affrontato.

Dagli USA all’Europa il movimento Fridays For Future è una nuova speranza. Hanno contribuito all’elezione di Joe Biden lo scorso novembre e al successo dei partiti ecologisti in Francia e Germania. Il clima è la nuova issue per l’impegno politico? Qual è la tua opinione?

Come ha detto il grande attivista Chico Mendes “l’ambientalismo senza lotta di classe è giardinaggio”! È fantastico che ci sia così tanta attenzione sulla politica ecologica, ma vedo il “capitalismo verde” cavalcare l’onda e di nuovo usare una crisi per reinventarsi e distruggere ulteriormente l’ambiente. Guarda solo quanto l’assorbimento di energia dei Bitcoin stia contribuendo al cambiamento climatico o come stiamo rientrando nel Secolo dell’Auto, solo che questa volta è elettrica, così invece di estrarre i combustibili fossili estrarremo il litio e scaveremo miniere nelle profondità marine per ottenere il minerale necessario per diventare green. Spero che presto avremo una nuova generazione radicalizzata che ha vissuto l’esperienza delle proteste nelle strade e l’esperienza del lockdown, che la rende ancora più arrabbiata, ma allo stesso tempo fornirà opportunità per un vero cambiamento. Siamo qui per aiutarla con programmi concreti – il nostro Green New Deal per l’Europa – e organizzazione.

 

 

Fonte immagine: Creative Commons

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