Il 25 febbraio, il giornalista d’inchiesta Ján Kuciak è stato ucciso a colpi di arma da fuoco nella sua abitazione a Veľká Mača, in Slovacchia, assieme alla sua compagna, Martina Kušnírová. La tragedia ha suscitato grande indignazione, dolore e preoccupazione in tutto il paese, e numerosi sono stati gli appelli perché si facciano indagini approfondite sulla loro morte.
La Slovacchia non è la Russia: in genere i giornalisti godono di ampia libertà e sicurezza. Si ha, quindi, la sensazione che questa tragedia venga da un’altra dimensione, o da un altro tempo.
Eppure la storia segue una logica ben nota in un’Europa in cui le destre radicali sono sempre più presenti. Kuciak aveva spesso lavorato sulle frodi e gli scandali finanziari, l’evasione fiscale, le società fantasma e l’uso improprio dei fondi europei. Stava anche lavorando ad una inchiesta su Ladislav Bašternák e Marián Kočner, famigerati boss locali. A dire il vero, la lista di “imprenditori” verosimilmente irritati dalle sue inchieste è piuttosto lunga. Aveva realizzato delle inchieste su PENTA, uno dei maggiori gruppi finanziari del paese, fatto ricerche sugli elementi slovacchi presenti nei Panama Papers e sulla assegnazione dei fondi europei, in cui era probabilmente coinvolta la ‘ndrangheta, ad est del paese. Alcuni ipotizzano che sia stato il suo lavoro la vera causa della sua morte.
Alcuni hanno cercato di politicizzare l’accaduto per ottenere dei vantaggi a breve termine. È in atto uno scaricabarile tra l’opposizione e il partito al governo.
Ma si deve guardare oltre questa lotta tra partiti, che non solo cerca di scarica la responsabilità troppo facilmente, ma che genera paura tra i cittadini che non si fidano dei loro rappresentanti.
Dobbiamo invece chiedere indagini serie ed efficaci, guidate proprio dai giornalisti slovacchi che questo omicidio ha cercato di mettere a tacere: bisogna unire le forze e, con il sostegno dei loro editori, delle case editrici e della polizia slovacca, proseguire e portare a termine il lavoro di Kuciak. Così si renderebbe davvero omaggio alla sua morte. E sarebbe l’unico modo per avvicinare la Slovacchia alla visione di DiEM25, facendone un paese democratico e progressista.
Alena è iscritta a DiEM25 Slovacchia.
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