Vulnerabilità sismica, DiEM25 porta la sicurezza da L’Aquila in Europa Riduzione del rischio nel programma europeo della lista transnazionale “Primavera Europea”

Per la prima volta in un programma politico e nella relativa agenda, arriva la riduzione della vulnerabilità e del rischio sismici. Per di più neanche su scala nazionale, ma europea. E’ Primavera Europea/European Spring ad averlo previsto. La prima lista transnazionale europea, lanciata da DiEM25, ha infatti messo nel programma (unico e comune in tutto il continente), con cui si presenterà alle elezioni europee della prossima primavera, anche la questione della sicurezza sismica. Nero su bianco, nel New Deal per l’Europa, “proposte con cui potremmo cambiare questa Europa che non ci piace anche domani”.
Precisamente “nel New Deal per la natura, il clima e la transizione verde dell’Europa”, specifica Paolo Della Ventura, membro del Collettivo Nazionale italiano di DiEM25, “nella sezione del programma di investimenti verdi. Così, mentre il governo Salvini-Di Maio decide di chiudere Italiasicura Scuole, la struttura tecnica di missione per la riqualificazione dell’edilizia scolastica, e a L’Aquila sta per ripresentarsi con forza il problema degli edifici scolastici e della loro sicurezza, noi abbiamo messo nel programma quello che abbiamo chiamato una sorta di piano Marshall continentale per la messa in sicurezza del territorio, di tutti gli edifici pubblici oltre che di quelli privati”.
Nel programma si legge, infatti, che Primavera Europea propone “attraverso un Piano per Energia, Trasporti e Transizione Ecologica (investimenti per 500 miliardi di euro per anno) un Piano Europeo Antisismico per proteggere i cittadini e le loro comunità dai danni causati dai terremoti. Il nuovo piano destinerà fondi per: (1) la classificazione del rischio sismico e la creazione di una mappa del rischio sismico pubblicamente accessibile, (2) la ristrutturazione degli edifici con alti livelli di vulnerabilità e (3) la nuova costruzione di edifici pubblici adeguati agli standard antisismici”.
Della Ventura ha sensibilizzato sul tema l’intero movimento europeo, che ha approvato come Consiglio provvisorio di tutti i partner europei (oltre che italiani: danesi, francesi, greci, polacchi, portoghesi e tedeschi), prima a Lisbona e poi a Parigi, la proposta arrivata proprio da L’Aquila e dal collettivo territoriale aquilano.
“E’ da anni che spingiamo su questo tema – afferma il componente nazionale di DiEM25 – finora, però, avevamo ascoltato solo tante parole, ma arrivati al dunque nessuno se n’è occupato. Compresa l’ultima bruttissima campagna elettorale per le politiche. Non una parola, da alcuno. Noi invece, con DiEM25 che ha compreso immediatamente l’importanza della tematica, e come Primavera Europea, abbiamo messo il tema nel programma europeo e lo porteremo in tutto il continente”.
“Cosa prevede in concreto il Piano? –prosegue Della Ventura – che vengano emanate Direttive comunitarie che prevedano: 1) ricognizione e verifica, in tutti i Paesi membri, dell’esistenza della classificazione delle zone sismiche e della mappa di pericolosità sismica nazionali; 2) classificazione delle zone sismiche per tutti i Paesi membri che ancora non l’abbiano realizzata e suo aggiornamento per tutti i Paesi (come l’Italia) che l’abbiano già;  realizzazione della mappa di pericolosità sismica per i Paesi che ancora non l’abbiano e suo aggiornamento per i Paesi (come l’Italia) che l’abbiano già, alla luce dell’andamento storico degli ultimi 10 anni di dati sismici e geofisici; aggiornamento della mappa di pericolosità sismica europea, realizzata nel 2013 con il progetto SHARE, con cadenza quinquennale; 3) obbligo, in tutti i Paesi membri, di pubblicazione (su siti istituzionali degli Enti pubblici proprietari o comunque competenti e sui siti ufficiali delle singole strutture) e diffusione dei dati (es. database pubblici dedicati, in modalità open data) relativi agli indici di vulnerabilità di tutti gli edifici pubblici nazionali, considerati strategici e rilevanti, nonché di interesse pubblico (es: centri commerciali, stadi ed impianti sportivi); obbligo, in tutti i Paesi membri, di eseguirne la verifica di vulnerabilità sismica, ove non fosse stata effettuata; 4) obbligo, in tutti i Paesi membri, di eseguire interventi di adeguamento sismico di edifici con indici di vulnerabilità carenti, in relazione alla citata classificazione delle zone sismiche, alla microzonazione sismica ed alle Norme Tecniche di Costruzione dei singoli Paesi membri; 5) aggiornamento in tutti i Paesi membri, di tali Norme tecniche, in relazione agli intervenuti obblighi normativi, di cui ai punti precedenti; 6) obbligo in tutti i Paesi membri, di nuova costruzione di tutti gli edifici pubblici strategici, con rispetto di tali Norme.”

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