Roma, 2 settembre 2020
NC e EW di DiEM25 Italia sono SENZA SE E SENZA MA per il “NO” al referendum
Il 20 e il 21 settembre si voterà il referendum confermativo al testo della legge costituzionale concernente «Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari». Una modifica costituzionale approvata in fretta e furia, come elemento di negoziazione per la soluzione di una complicata crisi di governo inattesa, che ha portato il M5S a passare da un governo di centro destra – il cui apice è stato raggiunto con i decreti sicurezza, ancora in vigore – a uno di centro sinistra.
Un nuovo governo che ha il compito di assumere una direzione netta verso il cambiamento e dovrà affrontare il “che fare” con i fondi del Recovery Fund.
Un governo che – nella fase cruciale che stiamo attraversando – avrà bisogno di una solida istituzione parlamentare che vigili e si faccia carico del proprio ruolo propulsivo per introdurre le indispensabili misure di transizione ecologica e di giustizia sociale, per dare cioè seguito alla lezione ineludibile che la pandemia ci ha impartito.
Siamo tutti stufi delle sterili polemiche di bottega senza una visione organica e di lungo periodo sui problemi da risolvere, del clima di permanente campagna elettorale, di arruffapopolo che arringano le folle nelle piazze d’Italia, invece di esercitare in Parlamento il ruolo per il quale sono stati eletti.
Ma non sarà la modifica costituzionale a restituire dignità al Parlamento.
Non è riducendo il numero dei deputati a 400 (-230) e dei senatori a 200 (-115) che si ottiene efficienza, anzi interi territori saranno sottorappresentati. È mistificatorio affermare che una norma di rango costituzionale possa trovare correttivi e contemperamenti in norme ordinarie. Vanno piuttosto rinforzati i sistemi attraverso i quali i rappresentanti sono scelti, per favorire la partecipazione della cittadinanza alla res pubblica.
Centrale è la qualità della rappresentanza, ma con palese evidenza essa non attiene affatto al numero dei parlamentari. Un minor numero di seggi e di candidati comporterà un’inferiore possibilità di scelta; dovranno inoltre essere definiti in un secondo momento collegi più ampi che comporteranno la necessità di maggiori risorse per le campagne elettorali, maggior tempo e più denaro. Il collegamento tra gli eletti e gli elettori del territorio che li esprime sarà ancor più mortificato. L’effetto dunque sarà quello di aggravare ulteriormente le disuguaglianze a danno di chi ha meno risorse.
Quel che serve, perciò, non è la modifica della Costituzione, bensì la modifica in senso più democratico della legge elettorale, della lotta alla corruzione e della qualità democratica dei corpi intermedi, quella attraverso cui si esprime la capacità dell’agire politico delle collettività, la scelta dei dirigenti e dei candidati, la loro capacità di indipendenza (altro che vincolo di mandato!), dalle lobby prima di tutto e da forme gregarie verso le segreterie, affinché “sovranità popolare” possa trovare migliore espressione.
Per tutte queste ragioni, il collettivo nazionale (NC) e la Ala Elettorale (EW) di DiEM25 in Italia, si schierano per il NO al referendum.
NC e EW Diem25 Italia
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