Yanis Varoufakis e il Green New Deal for Europe

Oggi più che mai è necessario un Green New Deal for Europe (GNDE) per affrontare le attuali sfide politiche, sociali, economiche e ambientali.

il 9 ottobre è stato trasmesso l’incontro dal titolo “Yanis Varoufakis e GNDE: messaggi chiave”.

“per l’emergenza climatica il Recovery Fund è insufficente: servono investimenti del 5% del PIL EU ogni anno!”

I messaggi di Yanis Varoufakis sul Green New Deal arrivano chiari e netti: siamo di fronte a una crisi climatica che richiede interventi urgenti e consistenti, colmando il divario tra dove siamo oggi e dove vogliamo andare per le generazioni future.

È necessario un investimento annuale del 5% del PIL per l’emergenza climatica, perché i 100 miliardi del Green Deal annunciati dalla Commissione, in realtà, non sono sufficienti.

E infatti il “deal” della Commissione, che onestamente ha omesso la parola “new”, perché, di fatto, non introduce elementi innovativi. Ci sono 3 trilioni di euro nel sistema finanziario in Europa che stanno fermi nei conti delle banche e rimangono inutilizzati, provocando disagi sociali e xenofobia. Bisogna mobilizzarli investendoli.

Neanche il Recovery Fund è di dimensione adeguata, anzi, l’aumento dei debiti sovrani porterà a un inasprimento dell’austerità futura.

Il piano di azione proposto da DiEM25 è che la Banca Europea degli Investimenti (BEI) emetta bonds annuali col supporto della Banca Centrale europea per creare un’Unione europea verde.

Il dibattito sulla visione della campagna GNDE ha incluso ospiti illustri:

  • Lorenzo Fioramonti, già Ministro dell’Istruzione Italiana,
  • Stephanie Brancaforte, Direttrice per l’Italia, Change.org,
  • Mauro Gallegati, Professore di macroeconomia, Università Marche,
  • Josep Algorta, referente comunicazione per Extinction Rebellion in Italia,
  • Stefania Romano, moderatrice del dibattito, Coordinatrice per l’Italia GNDE.

La direttrice di Change.org per l’Italia, Stephanie Brancaforte, sollecita e incoraggia una mobilitazione pubblica. Al fine di cambiare i modelli di produzione, è importante lavorare in modo inclusivo e trasversale per una democrazia profonda, avviando assemblee locali, e facendo rete. Di fatto su questo tema gli utenti di Change.org hanno già partecipato a sondaggi per avviare un Green New Deal dal basso.

“Il ‘Green Deal’ è una finzione”

Anche secondo Lorenzo Fioramonti, l’ex Ministro per l’istruzione, Il “Green Deal” è una finzione e le risorse che mette la Commissione sono insufficienti.  il Piano Nazionale per la Ripresa e Resilienza di Roma è molto generico e si rischia che l’Italia finisca per rimetterci se presenteremo progetti scadenti, ritrovandoci poi con soldi che non sappiamo utilizzare e che dobbiamo restituire, come purtroppo ci insegna il track record dei fondi strutturali europei.

“È necessaria una riconversione coraggiosa e il settore su cui puntare è la conoscenza. Abbiamo 7 anni per salvare l’economia mondiale, e dobbiamo intervenire nelle scuole, nelle università e nella ricerca per avviare una transizione a tutti i livelli e per tenerci pronti per futuri modelli di produzione che non saranno quelli correnti. C’è il rischio di perdere l’ultima opportunità per l’Italia” conclude Lorenzo Fioramonti.

Secondo l’economista Mauro Gallegati dobbiamo cambiare tutto, in primis il tipo di economia:

“Il concetto di economia sostenibile è pericoloso, quello di crescita sostenibile è impossibile secondo la seconda legge della termodinamica.  Bisogna togliere incentivi al vecchio modo di produrre e investire nella transizione ecologica i 19 miliardi di incentivi alle fonti fossili, oltre che intervenire in un’operazione di recupero idrogeologico per restaurare quello che gli economisti chiamano il capitale naturale.”

XR, con Josep Algorta, pone l’accento sul bisogno di dire la verità, uno dei punti fondamentali del movimento attivista. Siamo di fronte a una crisi climatica che è anche economica e sociale. Le persone hanno bisogno di informazione per recuperare potere, e bisogna stimolare le assemblee cittadine per potere agire laddove non lo fa il governo.

“In questi giorni gli attivisti di XR stanno bloccando l’accesso alla centrale ENI, ma i media non ne parlano” enfatizza Josep.

E anche lui si pronuncia sul il GD della Commissione, definendolo fallimentare: è il sistema che deve cambiare con soluzioni adatte a livello locale.

A Yanis Varoufakis l’ultima parola, che riprende gli interventi di tutti e conclude ribadendo che il nostro GNDE è un salva vita.

Stefania Romano, NC Italia, coordinatrice per la campagna Green New Deal for Europe.

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