Dobbiamo prevedere un “superbonus” di fine anno a medici ed infermieri. Casi di suicidio di cui si parla poco.
In un clima di Natale surreale il nostro paese si divide tra il politichese ( rimpasti, Conte si, Conte no, Conte ter) l’assalto ai centri commerciali in barba ai divieti, ma soprattutto al senso di responsabilità individuale.
I temi di cronaca, quali il MES, il Recovery fund (perché non chiamarlo Next generation EU?) e “come spenderlo al meglio?”, il piano vaccini, per il quale anche qui ci dividiamo tra Arcuri si e Arcuri no.
Nella lettura giornaliera dei dati sfugge invece un elemento principale e allarmante. Sono sempre di più i contagi tra il personale medico e paramedico. Gli infermieri (quelli ancora non contagiati) sono costretti a doppi turni che li tengono lontani dalle rispettive famiglie anche per settimane di seguito. Lontani i tempi in cui venivano osannati e considerati al pari dei supereroi da fumetto. Eppure questa seconda ondata di Covid 19 ha mostrato quanto sono fondamentali, direi decisivi, tuttavia non emerge che sono tutti stremati, stanchi, aggiungo demotivati.
Rappresentano notizia di cronaca anche se passata decisamente sottotono i casi di infermieri suicidi talvolta proprio nei loro posti di lavoro. L’ultimo in ordine temporale circa una settimana fa, un infermiere 37 enne suicida nei bagni di una struttura ospedaliera lombarda. Prima di scrivere questo articolo ho parlato tanto con alcuni di loro, certo il campione rispecchia solo Roma capitale, ma ho sentito gruppi che lavorano dall’Umberto I al Gemelli, dal Fatebenefratelli allo Spallanzani. Qualcuno di loro mi ha confessato di stare addirittura riflettendo se lasciare o meno la professione. A pesare non solo la fatica e lo stress ma anche e molto l’aspetto psicologico. C’è chi lamenta di non riuscire più a stare ore ed ore in reparto con pazienti dagli sguardi disperati, persi dove il senso di impotenza e la pietà umana prevale spesso sulla scienza.
Ecco proporrei anzi urlerei a gran voce almeno per il mese di dicembre una quattordicesima straordinaria da dare a tutti loro, il che di certo non potrà riparare le ferite più profonde ma almeno potrà essere una carezza e soprattutto dare loro un segnale di gratitudine. Un segnale che apprezziamo il loro sforzo e riconoscere che loro in prima fila da mesi sono i veri eroi di questo paese.
A questo punto non si può non parlare di ciò che a mio avviso avrebbe bisogno la nostra sanità per riparare al danno enorme che negli ultimi anni si è fatto al sistema della nostra sanità pubblica con costanza e determinazione. E’ arrivato il momento di capire che il problema non è tanto il numero chiuso della facoltà di medicina bensì il fatto che non ci siano abbastanza posti di specializzazione una volta conseguita la laurea. Il paradosso è che i medici ci sarebbero anche ma il nostro attuale sistema non gli mette nella condizione di specializzarci ed esercitare al meglio la loro professione.
Ritornando alla professione infermieristica troppo facile affermare oggi che si sarebbero dovute fare assunzioni in estate in previsione dell’autunno, ma quantomeno riconoscerne pubblicamente lo sforzo e prevedere una sorta di ”superbonus “ di fine anno mi sembra il minimo ma si sa il nostro non è un paese che sa riconoscere i propri eroi.
Non stupisce poi che chi di loro può scappa altrove!
Patrizia Pozzo
CC Diem25
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