Caro ministro della transizione ecologica (?),
noi ambientalisti, oltranzisti e radical chic, come ama definirci, siamo basiti: non potevamo certo immaginare una ri-transizione verso il nucleare, a discapito di un doppio pronunciamento popolare contrario.
Ad oggi la tecnologia nucleare di IV generazione ancora non esiste e quella di III generazione avanzata non è stata a tutt’oggi perfezionata: quella che stanno cercando di costruire i francesi è un cantiere infinito, costato quasi 4 volte il costo preventivato inizialmente.
In proposito, un altro radical chic come Carlo Rubbia affermava: “Il nucleare classico, compreso quello di quarta generazione, non può aspirare a una diffusione su larga scala”.
Da lei, ci saremmo aspettati piuttosto l’indicazione di una strada concreta per contrastare i cambiamenti climatici: le tecnologie che ci permettono di affrontare la crisi climatica sono già a disposizione e sono le rinnovabili.
A nostro avviso, lei tradisce il suo mandato, quello cioè di rendere la transizione ecologica non solo il core business del governo ma una mission collettiva che coinvolga imprese, cittadini e pubblica amministrazione
La invitiamo a leggere a questo link il nostro Blueprint for Europe’s just transition, dove da tempo affermiamo che la transizione ecologica debba essere socialmente sostenibile.
Come? Creando nuovi posti di lavoro attraverso i lavori pubblici verdi per esempio, investendo in infrastrutture e nel social housing e mettendo il territorio in sicurezza.
Il suo compito è dedicarsi seriamente alla transizione ecologica e all’attuazione del PNRR, oppure preferisce difendere gli interessi delle lobbies?
Alessandra B.Fata, PNC Italia.
Volete essere informati delle azioni di DiEM25? Registratevi qui!