Non in mio nome, una lettera aperta a Microsoft

Brian Eno, cofondatore e membro del Comitato Consultivo di DiEM25 e coinvolto nel nostro movimento fin dall’inizio, è da tempo una voce guida per la giustizia, la creatività e i valori democratici.

In questa lettera aperta, si rivolge a Microsoft – dove il suo iconico suono di avvio di Windows 95 ha incontrato per la prima volta le orecchie di milioni di persone – con un messaggio nuovo e crudo:

A metà degli anni Novanta mi fu chiesto di comporre un breve brano musicale per il sistema operativo Windows 95 di Microsoft. Da allora milioni – forse addirittura miliardi – di persone hanno ascoltato quel breve brano di avvio, che rappresentava una porta verso un promettente futuro tecnologico. Ho accettato volentieri il progetto come sfida creativa e ho apprezzato l’interazione con i miei contatti in azienda. Non avrei mai creduto che la stessa azienda potesse un giorno essere coinvolta in meccanismi di oppressione e di guerra.

Oggi sono costretto a parlare, non come compositore questa volta, ma come cittadino allarmato dal ruolo che Microsoft sta svolgendo in un tipo di composizione molto diversa: quella che porta alla sorveglianza, alla violenza e alla distruzione in Palestina.

In un post sul blog del 15 maggio 2025, Microsoft ha riconosciuto di fornire al Ministero della Difesa israeliano “software, servizi professionali, servizi cloud Azure e servizi IA Azure, compresa la traduzione linguistica”. Ha poi affermato che “è importante riconoscere che Microsoft non ha visibilità su come i clienti utilizzano il nostro software sui loro server o altri dispositivi”. Questi “servizi” sostengono un regime che è impegnato in azioni descritte da importanti studiosi di diritto e organizzazioni per i diritti umani, da esperti delle Nazioni Unite e da un numero crescente di governi di tutto il mondo, come genocide

La collaborazione tra Microsoft, il governo e l’esercito israeliano non è un segreto e prevede l’utilizzo dei software dell’azienda in tecnologie letali dai nomi “divertenti” come “Dov’è papà?” (sistemi di guida per rintracciare i palestinesi al fine di farli saltare in aria nelle loro case).

Vendere e facilitare servizi avanzati di IA e cloud a un governo impegnato in una sistematica pulizia etnica non è “ordinaria amministrazione”. È complicità. Se si costruiscono consapevolmente sistemi che possono consentire crimini di guerra, si diventa inevitabilmente complici di quei crimini.

Oggi viviamo in un’epoca in cui aziende come Microsoft hanno spesso più influenza dei governi. Credo che da un tale potere derivi una responsabilità etica assoluta. Di conseguenza, chiedo a Microsoft di sospendere tutti i servizi che supportano operazioni che contribuiscono a violazioni del diritto internazionale.

Il mio nuovo invito è questo: essere solidali con i coraggiosi lavoratori di Microsoft che hanno fatto qualcosa di veramente dirompente e si sono rifiutati di rimanere in silenzio. Rischiano i loro mezzi di sostentamento per persone che hanno perso e continueranno a perdere la vita.

Invito artisti, tecnologi, musicisti e tutte le persone di coscienza a unirsi a me in questo appello.

Mi impegno inoltre a far sì che il compenso ricevuto per il suono di Windows 95 sia destinato ad aiutare le vittime degli attacchi a Gaza. Se un suono può segnalare un vero cambiamento, che sia questo.

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