Una nuova forza politica con un piano per l’Europa

di Lorenzo Marsili e Yanis Varoufakis
Articolo apparso su Il Fatto Quotidiano del 7 giugno 2017
 
Le energie liberate dalla vittoria del No al referendum costituzionale del 4 dicembre devono essere la base su cui costruire in Italia quello spazio nuovo che in altri paesi sta già nascendo – dal popolo di Bernie Sanders negli Stati Uniti a Podemos in Spagna. Per farlo, abbiamo bisogno di un progetto politico lontano tanto dalle élite di governo quanto da chi vorrebbe farci tornare al tempo dei muri e del razzismo. Né grande coalizione fra Berlusconi e Renzi, né rapporto privilegiato fra Grillo e Salvini. Né establishment, né populismo. Abbiamo bisogno di un terzo spazio felice, vincente e partigiano.
Il movimento europeo DiEM25 ha in questi mesi lavorato a fondo per non disperdere quelle possibilità che si sono aperte il 4 dicembre. Siamo quindi contenti che due dei volti dei Comitati del No, Anna Falcone e Tomaso Montanari, abbiano lanciato ieri su queste pagine un appello alla costruzione di un nuovo spazio politico incentrato sulla lotta contro le diseguaglianze. L’appuntamento è per il 18 giugno, noi ci saremo.
Le prossime elezioni italiane rappresentano un passaggio chiave per il futuro dell’Europa. L’Italia non è un Paese periferico ma uno dei paesi fondatori dell’Unione; ispiratore, con Altiero Spinelli, dei suoi più alti ideali, e al tempo stesso il paese, insieme alla Grecia, in cui maggiormente questi ideali sono stati traditi. L’Italia è la terza economia dell’Eurozona e quella il cui sistema bancario rischia di precipitare una crisi di dimensioni continentali. Non si restituiscono ambizione e giustizia all’Europa senza crearne i presupposti in Italia.
Dopo che per troppi anni il governo italiano ha utilizzato la propria forza esclusivamente per elemosinare scampoli di flessibilità da sprecare in inutili bonus, è arrivata l’ora di uno spazio politico disobbediente e costruttivo capace di agire pienamente nella trasformazione europea che sta per aprirsi. Dopo le elezioni tedesche di fine settembre, infatti, vedremo una forte accelerazione nella riforma di un’Eurozona che ormai tutti reputano disfunzionale. Potrebbe essere l’occasione per introdurre da subito quei profondi cambiamenti che la situazione richiede.
Non possiamo lasciarci trascinare da facili entusiasmi per le credenziali riformiste esibite da Merkel o Macron: della prima non possiamo dimenticare il ruolo giocato a difesa degli interessi delle élite negli ultimi sei anni; del secondo non possiamo non cogliere la volontà di rafforzare proprio quel paradigma neoliberista di cui la crisi ha mostrato l’insostenibilità. Il rischio, reale, è che un giro di vite di una maggiore integrazione imperniata su austerità e disciplina di bilancio, esproprio democratico e centralizzazione dei processi decisionali, non faccia che accelerare la disintegrazione dell’Unione e rinsaldare la stagnazione economica in paesi come l’Italia.
Anche per questo è necessario costruire una forza politica italiana con una strategia europea chiara e di cambiamento. DiEM25 ha elaborato un programma economico dirompente, lo abbiamo chiamato New Deal per l’Europa e lanciato insieme a Noam Chomsky, Ken Loach, diversi leader di partito e intellettuali da tutto il continente. Lo mettiamo a disposizione.
Creare una forza per il cambiamento in Europa è più che mai necessario: ne va della nostra capacità di esercitare sovranità popolare sulle principali questioni dei nostri tempi. Basti pensare alla sfida dell’accoglienza e delle migrazioni, alla tutela ambientale, alla gestione del debito pubblico, alla necessità di maggiori investimenti e di una vera unione bancaria capace di sanare un sistema finanziario fuori controllo. Basti ricordare lo scandalo dell’elusione fiscale, laddove la mancanza di un’integrazione fiscale si traduce in un sistema in cui alle grandi multinazionali è permesso ritagliarsi un fisco su misura mentre la piccola e media impresa vacilla.
Abbiamo bisogno di un nuovo tipo di forza politica che dai municipi all’Europa, e viceversa, con un biglietto di andata e ritorno, abbia la capacità di rimettere il demos al centro della democrazia nazionale ed europea. Una forza che sia aperta e partecipata e che sia in grado di tornare a dire parole chiare attorno a un programma di rottura con le ricette fallimentari del passato. E che abbia un piano per l’Europa. Siamo pronti a fare la nostra parte, nella convinzione che questo non sia più il tempo delle belle parole e dei buoni propositi, ma che sia il tempo dell’ambizione e del coraggio.

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